Guruji Sri Krishna Pattabhi Jois
Il mio grande dispiacere è non averlo conosciuto di persona. Mi hanno raccontato di Lui il “Guruji” . Mi hanno trasmesso questa disciplina e li ringrazio. La mia riconoscenza va a colui che ha dedicato tutta la vita a trasmettere quello in cui credeva “ l’Ashtanga Vinyasa Yoga” in tutti i suoi rami.
Grazie a te Guruji Sri K. Pattabhi Jois, ti incontrerò sicuramente un giorno in un mondo fantastico dove tutti, finalmente, saremo uguali, e noi Ashtanghisti ci riconosceremo per la pace interiore che tu ci hai donato con la devozione e la conoscenza della pratica.
Lella Nunzia Clemente
Addio a Sri Krishna Pattabhi Jois, fondatore dell’Ashtanga Vinyasa Yoga.
Oggi, 18 maggio 2009, nella prima mattinata, si è spento a 93 anni, dopo una lunga malattia, Guruji Sri K. Pattabhi Jois, fondatore dell'Ashtanga Vinyasa Yoga.
Per conoscere il Grande Guruji, leggiamo l’intervista, uscita su Yoga Journal, a Manju Jois, figlio del grande Sri K. Pattabhi Jois.
Chi è Sri K. Pattabhi Jois ?
«E’ il più grande maestro di Ashtanga Vinyasa Yoga. Se si vuole conoscere qualche cosa di lui, posso dire che è nato in India, in un piccolo villaggio chiamato Kowshika, ed è cresciuto insieme a quattro fratelli e tre sorelle. Alcuni divennero contadini, altri sacerdoti, mentre a lui toccò un destino diverso: animato da un desiderio di ricerca, pensò di trasferirsi a Mysore per iscriversi al Sanskrit College al fine di apprendere la lingua sanscrita e il Vedanta. Fu lì che un giorno vide Sri T. Krishnamacharya insegnare yoga e fu talmente incuriosito dall’argomento che entrò nella sua scuola e divenne uno studente modello. Krishnamacharya lo sottopose a varie prove al fine di accertarne la serietà, e il giovane Pattabhi dimostrò ampiamente di essere degno della sua fiducia. Solo così il grande guru cominciò a mostrargli gli asana e Pattabhi Jois continuò, da allora, a imparare e a insegnare a sua volta a Mysore».
Suo padre è stato allievo di Sri T. Krishnamacharya, ma l’Ashtanga Yoga era veramente l’unico stile che questo grande maestro insegnava?
«Diciamo che l’Ashtanga Yoga è la pratica più tradizionale che deriva dall’ “Hatha Yoga Pradipika”, ciò che comunemente è chiamato Hatha Yoga. La tecnica del Vinyasa, “movimento accompagnato dal respiro”, è la melodia, il ritmo che unisce tutte le posizioni di questa pratica, sono le vibrazioni e la sensazione di calore percepite nel corpo. Ecco perché tale stile viene definito Ashtanga Vinyasa Yoga».
L’Ashtanga Vinyasa Yoga è più adatto ai giovani ?
«E’ scritto nello “Yoga Koruta” di Vamana Rishi: “Vina vinyasa yogena asanadin na karayet ” che significa “oh yogi, non praticare gli asana senza vinyasa”, altrimenti non otterrai i benefici sperati. Vinyasa è fondamentale nell’esecuzione delle posizioni anche e soprattutto in una sequenza ritmata come il Saluto al Sole. Chi dice che questa pratica sia solo per giovani non ha avuto modo di approfondire la tecnica e lo yoga in generale. L’ Ashtanga Vinyasa Yoga è per tutti».
Una curiosità: come può una persona estranea allo yoga praticare questo metodo? Non crede sia difficile?
«Assolutamente no. Fondamentale è avere passione: con la passione puoi fare qualsiasi cosa. Molti si scoraggiano alle prime difficoltà e rinunciano. Si lasciano condizionare da pensieri negativi che bloccano la mente impedendo loro di praticare. Ma se credi in te stesso, nelle tue capacità e ti impegni in una pratica costante alla fine sarai soddisfatto di ciò che hai raggiunto».
Ma torniamo a suo padre. Cosa vuol dire per lei essere figlio di Pattabhi Jois?
«Per me è una benedizione. In particolare per tutto ciò che mi ha permesso di conoscere. Il mio più vivo desiderio è trasmettere quello che ho appreso sin da bambino e insegnare, sulle orme di mio padre, lo yoga in tutto il mondo».
Quale tipo di posizioni le insegnava suo padre da piccolo? Seguiva le serie normali dell’Ashtanga Vinyasa Yoga, oppure adattava la pratica alla sua età?
«A 7 anni potevo fare tutte le posizioni che volevo, non era troppo rigoroso e mi lasciava libero di praticare gli asana che mi piacevano di più. Ma quando cominciai a crescere, lentamente, diventò più severo per essere sicuro che imparassi correttamente. Da allora ho sempre dovuto eseguire le sequenze in sua presenza, voleva accertarsi di persona che i bandha fossero giusti, così come la respirazione Ujjayi Pranayama, etc. Ciò mi ha aiutato a padroneggiare gli asana. Non mi ha mai detto di lasciare una posizione per passare a una nuova, fino a quando non l’avessi imparata in maniera profonda. Al contrario mi ha sempre incoraggiato a trovare una via alternativa al fine di possederla completamente. Questo atteggiamento non solo mi ha reso molto flessibile, ma mi è stato di grande aiuto. Ecco perché credo che lo yoga dovrebbe essere insegnato nel modo in cui mio padre ha fatto con me».
Sia suo padre sia B.K.S. Iyengar sono stati allievi di Sri T.Krishnamacharya. Perché allora questa differenza di stile tra l’Ashtanga Yoga e l’Iyengar Yoga?
«A differenza di mio padre, B.K. S. Iyengar iniziò a insegnare agli occidentali, che per costituzione e flessibilità sono molto diversi dagli indiani. Per questo motivo dovette in qualche modo cambiare leggermente la tecnica, adattandola alle circostanze in cui si trovava. Percorse, per tanto, delle strade alternative per arrivare alla postura corretta. Apportò delle modifiche, che personalmente non ritengo scorrette. Non fu mai lui a definire la pratica Iyengar Yoga, ma furono i suoi allievi a battezzarla così. Iyengar ha sempre chiamato ciò che insegna Ashtanga Yoga».
Una delle maggiori differenze che si possono riscontrare fra i metodi Iyengar Yoga e Ashtanga Vinyasa Yoga è l’uso di mattoni, corde, e attrezzi vari, che normalmente non vengono usati nell’Ashtanga Vinyasa Yoga. Cosa ci può dire a riguardo?
«L’Ashtanga Yoga è una tecnica molto antica. In passato non si utilizzavano degli attrezzi per eseguire le posizioni, ma oggi a causa di un cambiamento di stile di vita che influenza il nostro corpo, sono necessari dei supporti. Non sono contro l’uso degli attrezzi se questi possono agevolare una migliore esecuzione delle posizioni. Tuttavia, i praticanti non dovrebbero dipendere dai supporti in eterno: possono della pratica».
Un ultimo pensiero su Pattabhi Jois come padre?
«È sempre stato, e lo è tuttora, molto affettuoso verso noi figli e verso mia madre. Ha cercato di darci la migliore educazione. Mi ha voluto trasmettere lo yoga e desiderava che lo imparassi al meglio per poter insegnare l’Ashtanga Vinyasa Yoga. Vado a trovarlo ogni anno e passo con lui molto tempo. È un uomo di grande cultura, da cui c’è molto da imparare. Considero una fortuna essere suo figlio».
Una vita da Guruji
Giuliano Vecchiè ci racconta di Sri K. Pattabhi Jois
Sri Krishna Pattabhi Jois è nato in una notte di luna piena nel luglio del 1915, giorno del Guru Purnima (giornata dedicata alla venerazione dei guru, ndr). Sin dall’infanzia, come per la maggior parte dei bambini bramini, gli vennero insegnati i Veda e i rituali hindu. Tutto ciò contribuì a delineare precocemente la sua strada. Non ancora adolescente, infatti, partecipò a una dimostrazione di yoga dove incontrò il suo grande maestro, Sri T. Krishnamacharya. Ma il suo destino bussò alla porta verso la fine degli anni Trenta, quando il Maharaja di Mysore, mecenate di T. Krishnamacharya, propose al giovane Pattabhi di insegnare al Sanskrit College. Il 1° marzo 1937 nacque così lo Yoga Department all’interno della scuola. Nei molti anni di intensa e continua attività al Sanskrit College, Guruji ottenne il titolo di Vidvan “Dottore in materie vediche”. Nel 1964, André Van Lysebeth fu il primo occidentale a studiare con Pattabhi Jois e, solamente intorno al 1972, arrivarono i primi americani. In breve tempo l’Ashtanga Vinyasa Yoga cominciò a diffondersi in America. Sri K. Patthabi Jois ha insegnato ininterrottamente per 63 anni, e ancora oggi continua a farlo con passione.
www.kpjayi.org Sri K. Pattabhi Jois