Pilates ed il MatWork Pilates





Il metodo fu inventato da Joseph H. Pilates e da lui prese il nome.

Joseph H. Pilates nacque nei pressi di Dusseldorf in Germania nel 1880. Già da bambino si dedicò alla ginnastica artistica, allo sci, alla prepugilistica e al Body Building nonostante la sua precaria salute. Nel 1912 si trasferì in Inghilterra e durante la prima guerra mondiale collaborò con l’esercito curando il benessere fisico e la salute dei soldati attraverso lo sviluppo di esercizi di Yoga e creando una nuova metodologia di movimento. Durante questo periodo non si perse d’animo ed organizzò l’allenamento proprio e dei suoi compagni di prigionia. Più tardi venne trasferito sull’isola di Man dove trovò una realtà completamente differente da quella che aveva precedentemente vissuto nel Lancaster: soldati reduci dalla battaglia menomati dalle ferite, allettati dalle malattie, immobilizzati da tempo. Decise così di costruire macchinari che potessero servire alla riabilitazione di quelle persone. Alla fine della guerra tornò in Germania dove lavorò con importanti personaggi della danza. Giunto a   New York  con sua moglie, aprì uno studio e cominciò a codificare la sua tecnica; la prima parte era incentrata esclusivamente sul MatWork, ovvero una serie di esercizi eseguiti a corpo libero su di un materassino “Mat”. Questo programma venne codificato in un libro chiamato Contrology. Ai tempi della sua prigionia in Inghilterra, Joseph applicò delle molle ai letti dei pazienti con lo scopo di aiutarli a ritrovare e mantenere il tono muscolare mentre erano ancora allettati. Come risultato di questa idea nacque l’Universal Reformer ed altre macchine speciali. Il lavoro non si ridusse alla codificazione degli esercizi, la seconda parte del suo studio si estese al perfezionamento di particolari attrezzi, inventando anche nuovi esercizi per il MatWork.

Joseph H. Pilates morì attorno agli anni sessanta. Il suo lavoro continua attraverso grandi istruttori che, seguendo il suo principio, tramandano il suo insegnamento.

Conoscere il proprio corpo.
Il corpo umano è un dono, l’unica cosa veramente di valore che si possiede: chiunque abbia sofferto per una malattia debilitante o una ferita lunga a guarire, potrà dirvi che nessuna quantità di denaro è importante quanto la salute. Per iniziare a vivere in modo sano, dovete innanzitutto capire e apprezzare l’incredibile struttura del corpo umano: mi sorprende sempre pensare alla sinergia richiesta da ogni singola parte del corpo per permettere all’insieme di “funzionare” nel modo corretto. Un elemento fuori posto, un osso, un enzima, un ormone e l’intero sistema può letteralmente collassare. Nell’intraprendere un nuovo compito il primo passo dovrebbe essere sempre raccogliere informazioni. Familiarizzate con la terminologia di base del sistema muscolare e di quello scheletrico osservando una tavola riassuntiva del corpo umano. Oltre ad ampliare la vostra conoscenza di base, non è forse meglio sapere il nome corretto dei muscoli che vedrete poi apparire sotto la pelle?

Continuate a leggere e poi aprite “la danza” con il MatWork.

Scopo principale di J.H. Pilates.
Rendere le persone consapevoli di sé stesse, del proprio corpo e della propria mente e condurle ad unire corpo e mente in una singola, dinamica e ben funzionante entità. Unire i migliori aspetti delle discipline fisiche occidentali con quelli delle discipline spirituali orientali. La mente di chi esegue gli esercizi del Metodo Pilates è diretta verso il corpo, concentrata su ciò che sta accadendo mentre accade: è possibile così comprendere esattamente ciò che la mente ordina al corpo ed imparare a percepire esattamente come il corpo si stia muovendo. Gli esercizi, con una logica sequenza, conducono la mente a cooperare con il corpo alla ricerca comune del controllo, della precisione e della fluidità dei movimenti coordinati con una giusta respirazione. La persona che esegue il Metodo Pilates, non è spettatrice di sé stessa, ma partecipa attivamente con il corpo e con la mente a ciò che compie: “la cosa importante non è ciò che stai facendo ma come stai eseguendo ciò che fai” era solito dire J.H.Pilates. L’individuo si muoverà con economia, grazia ed equilibrio.


Gli 8 principi fondamentali.

Concentrazione: L’ Attenzione è fondamentale per eseguire correttamente gli esercizi, ma non si limita ai muscoli che si stanno utilizzando, bensì a tutta la postura del corpo.

Controllo: Il nome originario di questo metodo era proprio “Contrology”, a significarvi quanto fosse importante secondo Pilates J., il controllo, non solo del movimento specifico che si sta eseguendo, ma anche  durante tutta la fase dell’esercizio controllando la posizione di tutto il corpo dalla testa, agli arti, alle spalle, al bacino fino ad arrivare alle dita dei piedi.

Stabilizzazione del baricentro: Il baricentro è il fulcro del metodo Pilates. Stabilizzazione del baricentro attraverso un lavoro ed esercizi particolari della regione addominale, lombare e dorsale. Rafforzamento del "centro del corpo", chiamato “Powerhouse” (casa della forza), o “Girdle of strength” (cintura di forza). La postura creata dal rafforzamento di tale area può essere rappresentata da due linee orizzontali che passano una dalle spalle e l’atra attraverso le creste iliache superiori. Il Box, così definito, che si ottiene divisa da una linea verticale “linea centrale”, rappresenta il giusto equilibrio delle forze.

Fluidità dei movimenti: Sviluppare fluidità e controllo dei movimenti per ottenere "armonia". Nessun movimento del metodo Pilates deve essere eseguito in modo rigido e contratto, così come non deve essere nè troppo rapido né troppo lento.

Precisione: Esecuzione precisa dei movimenti tramite il controllo, per migliorare il bilanciamento del tono muscolare, questo si trasforma ogni giorno in grazia ed economia nei movimenti.

Respirazione: Respirazione coordinata con i movimenti, fluida e completa sono parte integrante degli esercizi.

Isolamento:  La concentrazione mentale sull’esercizio porta a sezionare il nostro copro attraverso il lavoro di isolamento delle fasce muscolari reclutate. Arrivare a conoscere bene il proprio corpo, percepire i muscoli coinvolti nell’esercizio, questo ci aiuterà ad avere un minor dispendio di energie.

Ripetizione: Solo la sufficiente ripetizione degli esercizi e dei principi sopra elencati, permette di educare bene il corpo.

Principi posturali base:
Posizione del bacino: determina la posizione della colonna, il bacino posto sul sacro può variare la posizione della zona lombare alterando il resto della colonna. Si possono utilizzare due metodi:
-         Imprint: in posizione supina, portando la zona lombare contro il pavimento che rende l’esecuzione degli esercizi più facilitata, si pratica all’inizio o per alcuni esercizi e con il tempo, si consiglia di utilizzare fasi in neutro per non abituarsi perdendo la sensazione del neutro.
-         Neutro: posizione che rispetta le normali curve della colonna. Con questa tecnica si porta il lavoro d’esecuzione tenendo la curva normale come nella quotidianità. Un controllo maggiore si avrà su persone che non riescono a mantenere il neutro stabilizzandolo.

Raddrizzamento vertebrale assiale: porta la colonna in allungamento sul suo stesso asse rispettando il corretto spazio intervertebrale. Si associa ad una fase di inspirazione profonda, ad un’espirazione e correzione delle curve eccessive.

Posizione costale e cassa toracica: non si deve bloccare lo sterno e cassa toracica. Respirare bene e senza blocchi darà funzionalità al diaframma. Introducendo aria i nostri polmoni si espandono dando movimento alla cassa toracica. Inspirando le costole si espandono verso l’esterno e avanti aumentando l’allungamento in basso del diaframma a livello posteriore e ritornano verso l’interno nell’espirazione, mentre gli obliqui chiudono avanti il torace.

Posizione scapole e cingolo scapolare: spalle basse e chiuse dietro. Scapole verso il basso e l’interno.

Posizione del collo e cervicale: il collo va tenuto in allungamento verso l’alto ed il mento leggermente abbassato in direzione dello sterno.

Presupposti.
La serie completa degli esercizi permette un lavoro muscolare non solo segmentario, ma di coordinazione di tutte le regioni corporee. Il Metodo Pilates permette di utilizzare tutti i piani nello spazio. Il lavoro viene spesso effettuato in scarico, permettendo il mantenimento di un corretto allineamento della colonna vertebrale. Gli esercizi posso essere adattati a specifiche esigenze in caso di particolari problemi fisici, senza modificare i principi base.
Il Metodo Pilates permette un’ottimale preparazione muscolare prima di un eventuale intervento chirurgico o può servire come efficace tecnica di riabilitazione postoperatoria. Le resistenze possono essere aumentate o diminuite con estrema facilità. Il programma da svolgere a casa propria è modificabile con l’aggiunta di piccoli attrezzi.

Struttura del Metodo Pilates.
Il Metodo si sviluppa in una serie di protocolli standard di esercizi ed ogni esercizio può essere personalizzato.
I protocolli del metodo originale prevedono 4 livelli d’apprendimento:
Livello Base – Intermedio – Avanzato – Super avanzato.
Ogni livello comprende un programma per ogni attrezzo, sia con le macchine che con il lavoro a corpo libero, MatWork.

Piccoli attrezzi.
Magic Circle: è un cerchio metallico del diametro di circa 40cm. dotato di impugnature.
Ball: è una grossa palla di un diametro da 40 cm.
Roller: è un rullo di 36 cm. di lu. x 6 pollici di la. x 6 cm. di H con angoli arrotondati.
Fitband: è una fascia elastica di varia lunghezza e intensità.
Manubri: piccoli pesi da 1 o 2 kg.
Reflex: è una pallina di 8 cm. con punte arrotondate.
Softgym over: è una palla morbida che può espandersi per 19 cm.
DiscoSit: è un cuscino circolare che può essere leggermente gonfiato.

Mat: materassino.
Da qui nasce il nome MatWork = programma di esercizi eseguiti a corpo libero su di un materassino.
Il MatWork racchiude un programma a sé stante di ginnastica globale. Tale programma è facilmente memorizzabile e permette, una volta appreso, un allenamento realizzabile senza assistenza. Gli esercizi del MatWork coinvolgono tutta la muscolatura, mantenendo la coordinazione e l’elasticità dei gruppi muscolari che, per lungo tempo, non sono stati usati in modo corretto.
Ogni movimento viene spiegato ed eseguito senza l’utilizzo di resistenze finché il soggetto non lo esegue perfettamente. Raggiunto un soddisfacente livello di esecuzione, sarà possibile aggiungere dei piccoli attrezzi per aumentare il carico ed ottenere un maggior coinvolgimento.

Campi di applicazione.
I campi d’applicazione del metodo variano dal puro mantenimento del benessere fisico al campo specifico della riabilitazione ortopedica.
- atleti che completano la preparazione generale all’attività agonistica
- artisti della danza classica
- sportivi che eseguono programmi di riabilitazione dopo eventi traumatici
- adolescenti e adulti che correggono vizi posturali grazie ad un programma variato
- donne prima della gravidanza, in gravidanza e dopo la gravidanza
- persone anziane che vogliono ritrovare l’elasticità del corpo e la giovinezza della
mente
- persone con particolari patologie, che grazie a particolari attrezzi, possono eseguire gli esercizi.